Joseph Beuys è stato uno dei più grandi artisti del novecento insieme a Pollock, Rothko, Warhol e Rauschenberg. Pochi però conoscono il suo stretto legame biografico e artistico con la città di Foggia nato durante la seconda guerra mondiale. Fu proprio in questa città, infatti, che il diciannovenne allievo pilota di caccia imparò a pilotare gli aerei e fece di sicuro le sue prime considerazioni sull'arte e sul senso della vita.
Joseph Beuys a Foggia
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quel giovane aviatore tedesco della Luftwaffe, assegnato allo stormo Junkers Ju 87 Stuka operativo in uno dei ventidue aeroporti militari presenti a Foggia durante la seconda guerra mondiale, sarebbe poi diventato uno degli artisti più famosi del xx secolo. D'altro canto, nemmeno lui stesso – perso nel fragore della guerra – avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere.
Durante quella guerra, in effetti, il primo impatto di Beuys con la gente di Foggia e del Gargano fu molto positivo, malgrado tutto quello che accadeva intorno al giovane sottufficiale tedesco. Sin dal primo momento, l'artista tedesco si convinse che a Foggia “la gente é davvero meravigliosa” (“Die leute sind ganz prima in Foggia”), tanto che questa sua frequente espressione divenne più tardi il titolo di un’opera molto famosa dedicata proprio alla città pugliese.
Del resto, la stessa cosa accadde con il paesaggio morbido e mite che all’epoca circondava il capoluogo dauno. Un territorio, quello del Tavoliere, che ai suoi occhi apparve addirittura preistorico, perché ancora privo di moderne industrie rumorose e fumanti. Un aspetto, questo, che costrinse Beuys a rimodulare subito tutte le sue idee in merito alla crudeltà, all'insensatezza e all’assurdità della guerra. Considerazioni molto profonde le sue, che di lì a poco, l’avrebbero spinto a diventare uno dei primi e più attivi membri dell’allora nascente partito pacifista europeo.
Ancora prima che le sue idee in merito al movimento pacifista fossero mature, Joseph Beuys aveva già iniziato a ricambiare i tanti gesti di affetto e di riconoscenza, che ogni giorno riceveva da quel popolo che stava imparato a conoscere meglio durante i numerosi sopralluoghi effettuati sia a Foggia che sul Gargano, proprio durante i quali, molto spesso veniva invitato-obbligato a sedersi a tavola insieme ai contadini del luogo.
Tra le tantissime leggende che circolano sul conto di Beuys, esiste anche quella che lo vede ai fornelli di una casa foggiana intento a preparare la sua ricetta preferita, lo “stoccafisso alla Veertese”, con il pesce lasciato a dissalarsi per giorni e giorni in un catino di legno pieno di acqua piovana, e poi cotto con alloro, cipolle e vino.
La storia risulta essere molto verosimile, visto che il ricordo di questo piccolo momento di vita é ancora molto vivo in città, e che Beuys, amava profondamente preparare ottimi cibi e intrattenersi a tavola, soprattutto con cibi molto piccanti, speziati, ricchi di aglio, cipolla e rosmarino. Tutti ingredienti scelti per la loro funzione purificante e rinnovatrice.
Così, tra un cibo e l'altro, dopo i numerosi giorni vissuti in completa spensieratezza, arrivarono presto anche quelli della guerra combattuta con le armi, e Foggia, la città che si era ormai conquistata un posto nel suo cuore, fu totalmente distrutta dai bombardamenti alleati, proprio a causa dei numerosi insediamenti tedeschi, stracolmi in quei giorni, di montagne di esplosivi e centinaia di mega-cisterne piene di carburante per aerei.
Davanti a migliaia di morti e a tutte quelle macerie, Beuys rimase terribilmente sconvolto, tanto che una volta diventato famoso, ritornò numerose volte a Foggia, spesso anche accompagnato dal più grande gallerista dell'epoca, ovvero, con il suo fraterno amico Lucio Amelio (non proprio uno qualsiasi, nel mondo dell'arte, in quel momento).
Entrambi, espressero più volte il loro desiderio di omaggiare la città di Foggia di una buona parte delle opere di Beuys da collocare in un istituendo museo, ideato proprio per rimediare ai danni lasciati in dote dalla seconda guerra mondiale.
Nonostante le buone intenzioni dei due, le opere di Beuys furono ripetutamente rifiutate dagli amministratori locali dell’epoca, a causa della mancanza di uno spazio adeguato che potesse accogliere così tanti lavori. (???)
Malgrado tutti questi continui rifiuti, il legame tra Foggia e Beuys non s’interruppe mai. Alcuni anni fa, il critico d’arte Guido Pensato, organizzò una mostra tutta dedicata a Joseph Beuys intitolata De-natura. Per tutta la durata di quella rassegna, venne preparato per essere offerto in assaggio ai visitatori, lo “Stoccafisso alla Veertese”, proprio secondo la ricetta di Beuys.
Attratti dalle opere e dal profumo di quella pietanza, i cittadini di Foggia resero omaggio all’artista che non li aveva mai dimenticati.
In effetti, prima della sua morte, Beuys fece arrivare in Germania, a Düsseldorf, città in cui visse i suoi ultimi anni di vita, del "grassello", una sorta di calce prodotta proprio in provincia di Foggia, per rivestire di quel materiale la sua casa-laboratorio. In quella stessa occasione, ancora una volta disse: “Emotivamente ho molto amato Foggia, è il luogo che ricordo di più nella mia vita”.
L'opera cosiddetta "Grassello", é uno dei lavori più significativi tra quelli mai realizzati da Beuys in Italia. Si trattò di un operazione artistica che rimise di nuovo l'artista in contatto con la città di Foggia. Infatti, fu proprio dalle cave situate nei dintorni della città pugliese, ad Apricena, che si estraeva il materiale con cui l'artista nel 1978 restaurò la sua casa-studio di Düsseldorf.
Il materiale, fu trasportato da Foggia sino in Germania con un camion, il cui viaggio fu documentato dalle foto di Buby Durini. All'arrivo, il grassello fu poi unito all'acqua piovana da lui raccolta per mesi e mesi assieme ad altri materiali prima di essere messo in opera.
E' nel viaggio, dunque, che si deve individuare l'essenza di quest'opera, considerata quasi "una summa del pensiero beuysiano", in cui agiscono tutte le componenti dell'Operazione Difesa della Natura a lui molto cara: il territorio italiano, la chimica dell'incontro e il viaggio, che nella tradizione nordica è, invece, sempre compiuto sempre verso sud.
Cosa che a lui era già capitata all'inizio della guerra.
Alcuni anni prima dell'operazione "Grassello", l'ormai veterano Joseph Beuys venne qui a Foggia e chiese ad un contadino di essere aiutato a ritrovare Vallo Malbasso, la zona in cui durante gli anni della guerra si esercitava a provare le nuove mitragliatrici tedesche. Una volta raggiunta la località, chiese gentilmente a chi era con lui di essere lasciato da solo per vivere qualche ora di silenzio in quel luogo.
Il giorno 25 Aprile 2007, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito alla città di Foggia la medaglia d’oro al Valor Militare per la testimonianza di coraggio offerta dalla cittadinanza in occasione dei bombardamenti degli alleati anglo-americani nel 1943, durante la seconda guerra mondiale.